“La sanità calabrese ha bisogno di ritrovare al suo capezzale una rete politica e istituzionale ampia e convergente su di un unico obiettivo: sanare le malattie del settore e programmare il futuro di un servizio sanitario che in Calabria, come dimostrato da inchieste giornalistiche e confermato dalle decisioni del Ministro Giulia Grillo, è giunto ad un punto di non ritorno”. È quanto dichiara il segretario generale della Uil Fpl Calabria, Elio Bartoletti. “La pagina dei conflitti istituzionali – dichiara – deve essere chiusa con prontezza e determinazione. Lo si deve fare per quei calabresi, numerosissimi, che hanno bisogno di avere una sanità efficiente vicino casa. Diciamo questo perché siamo convinti che solo con il confronto, franco, aperto e serrato, possano trovarsi le soluzioni migliori per far ripartire una macchina il cui stato di malfunzionamento era stato da noi, negli anni, ampiamente denunciato alle istituzioni competenti. Lo stato attuale del settore sanitario, esploso all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale grazie al lavoro di approfondimento giornalistico delle testate locali e delle Iene, è il frutto di anni di scempio. Di un arco temporale assai lungo durante il quale si sono rafforzate le connivenze trasversali fra una parte della politica, quella meno pratica alla gestione democratica della cosa pubblica, e la criminalità calabrese che, grazie anche ai lucrosi affari gestiti sulle spalle dei cittadini calabresi, è cresciuta in potere economico e militare”. Gli unici a perdere, continua Bartoletti, “sono stati i nostri concittadini, soprattutto quelli appartenenti alla fasce più deboli della società, che stanno pagando – economicamente e socialmente – i ritardi e le inefficienze della sanità calabrese. Certo, oggi, non si può pretendere che chi ha assunto la guida del settore, su preciso mandato del Governo Conte, possa ribaltare il quadro con un tocco di bacchetta magica. Siamo convinti, però, che a Roma non si possa più fare finta di niente. Il problema deve essere affrontato, con fermezza e determinazione, da chi governa la cosa pubblica nazionale”.