SAN FERDINANDO. “Le crisi non si subiscono ma si governano analizzandone le cause e definendo nuove prospettive. Commetteremmo una mutilazione culturale se, davanti all’ultima crisi del porto, ci limitassimo a osservare soltanto gli effetti senza ricercare le cause che l’hanno determinata. Tale crisi, infatti, non scende graziosamente dal cielo ma è la conseguenza di una scelta industriale che ha privilegiato soltanto il transhipment, senza prevedere una politica di diversificazione utile a contenere e assorbire emergenze e rischi”. E’ quanto si afferma in una nota del Comune di San Ferdinando. “La presenza, poi, di un duopolio costituito da Contship e Msc, unico venditore e unico acquirente, operante nel porto di Gioia Tauro – è detto nel comunicato – ha introdotto distorsioni e ha portato all’estremo la legittima contrapposizione di interessi commerciali, causando, tra l’altro, i ripetuti e ostinati licenziamenti. Apprezzabili e apprezzate sono, oggi, le rassicurazioni fornite dall’imprenditore Aponte, che si dichiara pronto a investire consistenti capitali nell’ammodernamento dello scalo. Esse risolvono un drammatico problema contingente e restituiscono serenità alle famiglie dei lavoratori. Non possiamo, però, e non dobbiamo fermarci solo alla rassicurazione sulla ripresa delle attività. Il territorio ha il dovere di indicare nuovi percorsi produttivi che dilatino gli orizzonti della speranza e dello sviluppo ed è per questo che chiede, allo Stato, soluzioni che consentano di liberarsi dall’ansia e dal respiro anginoso dell’emergenza per entrare, finalmente, nella logica della stabilità e della programmazione. Nel compiere questo sforzo collettivo, la comunità di San Ferdinando esprime la determinazione a essere sempre pars construens”.