Mentre le acque del Mediterraneo continuano a inghiottire vite umane, a Tarsia, in Calabria, si continua a lavorare per la realizzazione del cimitero internazionale dei migranti. L’iniziativa, finanziata dalla Regione, è di Franco Corbelli, leader del movimento “Diritti Civili”, che da tempo si è attivato per dare una sepoltura dignitosa ai naufraghi. Il dramma sempre attuale dei migranti annegati, come conferma il disastro avvenuto al largo delle coste libiche, aveva spinto Corbelli a mettere a disposizione gratuitamente un terreno di sua proprietà nel vicino comune di Torano, prima che la Regione Calabria, che finanzia l’opera, individuasse un’altra area a Tarsia, luogo simbolo dove sorge ancora il campo di concentramento fascista di località Ferramonti. “Realizzeremo il cimitero – dichiara Corbelli – con 700.000 euro che consentiranno anche la costruzione del nuovo cimitero comunale nella stessa zona. Un segno che l’integrazione si deve fare anche oltre la vita terrena”. Il primo stralcio dei lavori è stato finanziato dalla Regione per 220.000 euro. “Questo ci ha permesso – dice Corbelli – di acquisire i primi tre terreni e di avviare i lavori che termineranno ad aprile”. Il cimitero sarà un luogo di culto e riflessione, perché lungo il viale che lo attraverserà, sorgerà un museo multimediale che trasmetterà le immagini dei vari naufragi 24 ore su 24. “I lavori, iniziati alla vigilia di Natale – dice – proseguono, nel piccolo comune del Cosentino. Si tratta della più grande opera umanitaria legata alla tragedia epocale dell’immigrazione, che darà dignità alle vittime dei tragici naufragi (che continuano purtroppo anche in questi ultimi giorni), cancellando in questo modo la disumanità di quei corpi abbandonati”. Uomini, donne e bambini senza nome, come il ragazzino del Mali morto nel naufragio del 18 aprile 2015, trovato con la pagella scolastica cucita addosso. Corbelli si batte ininterrottamente da oltre 5 anni, cioè dalla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, affinché i corpi delle vittime trovino degna sepoltura. “Sono corpi sepolti – dice ancora Corbelli – con un semplice numerino, in tanti piccoli, sperduti camposanti e dimenticati per sempre, senza più alcun riferimento per i loro familiari, dei lontani Paesi del mondo, che non sapranno mai dove andare un giorno per portare un fiore e dire una preghiera”. “Seguo personalmente – continua – in contatto con la ditta, l’andamento dei lavori. Voglio che questa grande opera venga ultimata al più presto. Il cimitero dei migranti sarà una struttura monumentale intitolata al bambino siriano Alan Kurdi, simbolo dell’immane dramma dell’immigrazione, e ricorderà il sacrificio di tutte le vittime dei tragici naufragi, in particolare delle migliaia di innocenti bambini, a cui un destino crudele ha negato la gioia più bella: la vita. La zia del piccolo Alan, Tima Kurdi, ha per questo voluto ringraziarci scrivendomi una commovente lettera”. Saranno proprio i familiari del bambino a inaugurare il cimitero. L’iniziativa ha avuto il plauso dei media del Vaticano, e sorgerà, sottolinea Corbelli, in un posto molto bello e fortemente simbolico, su una collina, un’area di oltre 28 mila metri quadrati, immersa tra gli ulivi secolari, che resteranno, di fronte al Lago e al vecchio camposanto comunale, in parte ebraico, e a breve distanza dall’ex campo di concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti, “che fu luogo – ricorda Corbelli – di prigionia ma anche e soprattutto di grande umanità dove, durante la guerra, nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza”.