Si è svolto giovedì pomeriggio l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip di Catanzaro del presidente della Regione Mario Oliverio, coinvolto con l’accusa di abuso d’ufficio nell’inchiesta “Lande Desolate” della Dda di Catanzaro su presunti appalti pilotati e sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di sua residenza. Parlando con i giornalisti all’uscita del tribunale di Catanzaro dopo l’interrogatorio di garanzia, durato circa due ore, Oliverio, assistito dal suo legale, l’avvocato Vincenzo Belvedere, ha detto: “Ho chiarito la mia posizione. Non accetto che possano essere infangate o offuscate la mia vita e la mia storia di amministratore pubblico, di uomo impegnato nelle istituzioni e nella politica”, ha affermato ancora il presidente della Regione, Mario Oliverio, parlando con i giornalisti all’uscita del Tribunale di Catanzaro. “Ho sempre operato – ha proseguito Oliverio – nell’interesse pubblico. Quanto a piazza Bilotti, abbiamo avuto l’interesse a che le opere si completassero perché dovevamo rendicontare all’Unione europea, per cui ritardarne la realizzazione avrebbe comportato il pericolo di perdere risorse. Appena arrivato alla Regione, mi sono preoccupato di rendicontare all’Unione europea, naturalmente – ha spiegato il governatore – sulla base del presupposto della regolare esecuzione delle opere. Ho chiarito che nemmeno un abuso d’ufficio ho fatto”, ha detto il presidente della Regione, Mario Oliverio. “Non c’è nemmeno un abuso d’ufficio, che tra l’altro – ha aggiunto Oliverio – come reato contestato è molto diffuso e non perché ci siano chissà quali responsabilità di amministratori: a volte si incorre facilmente per dover assumere responsabilità, ma stavolta nemmeno questo c’è. Sono fiducioso perché – ha sostenuto il presidente della Regione – la mia posizione in questa vicenda è chiarissima, è adamantina: non ci possono essere nemmeno interpretazioni. Quando le cose sono chiare, quando c’è la luce del sole, non ci sono ombre, e quando non ci sono ombre non c’è niente da interpretare o da valutare, C’è il sole, punto”.