CATANZARO. “Per quale motivo dalla segreteria generale del Consiglio regionale della Calabria continuiamo a non avere risposte circa l’organizzazione interna di alcuni uffici, nello specifico del Polo culturale “Mattia Preti” e della Società in house “Portanova S.p.A.”?” Inizia così una nota stampa della Funzione pubblica Cgil Calabria. “Sin dal 16 ottobre la Funzione pubblica Cgil Calabria – è scritto – ha chiesto informazioni sull’organigramma e il numero degli addetti di entrambe, al fine di avere un quadro trasparente di come il personale venga individuato ed assegnato a strutture interne o di supporto al Consiglio regionale. Eppure, nel novembre scorso, è apparsa del tutto inevasa la nostra richiesta, e le motivazioni espresse dal segretario generale del Consiglio regionale sono state poco comprensibili. Infatti, sul polo culturale Mattia Preti – si legge ancora – non ci viene fornita alcuna indicazione rispetto al funzionamento nè alcun elenco con l’organigramma dei dipendenti. Anzi. Nella risposta avuta dal segretario generale, – continua la Fp-Cgil – si fa un generico riferimento a poche unità attinte dalla società in house Portanova S.p.A. e ci viene consigliato impropriamente di “rigirare” questa richiesta di informazioni alla stessa società. Mentre il Dpr 445/2000 all’articolo 43 incarica l’amministrazione dell’obbligo di acquisizione diretta delle informazioni che riguardano il personale di altra società che lavora presso la stessa amministrazione”. Ma non basta. “Si ravvisa – scrive la Fp-Cgil calabrese – un’evidente violazione della legge sulla Trasparenza, il D. LLgs. N. 33/2013, in quanto la stessa amministrazione non ha nemmeno provveduto a pubblicare i dati richiesti sul sito istituzionale all’interno dell’area “Amministrazione trasparente”. Abbiamo pertanto inviato – scrive infine la Fp-Cgil – una segnalazione all’organismo indipendente di valutazione del Consiglio regionale della Calabria e al responsabile della trasparenza del Consiglio, nella qualità di organi di controllo, in modo che possano segnalare, come la legge prevede, il mancato adempimento ai suddetti obblighi di pubblicazione all’Autorità nazionale anticorruzione”.