Quasi tutti i centri storici delle città italiane, in prevalenza medio-piccole, vivono dinamiche demografiche decrescenti, con particolari punte nel Sud Italia, dovute alla permanente mancanza di lavoro che genera un fenomeno migratorio dei giovani verso aree piu’ sviluppate del Paese. A tali dinamiche non sfugge la città di Catanzaro, il cui patrimonio immobiliare residenziale del solo centro storico è stimato in 442 milioni di euro. L’arretramento demografico con il crollo della domanda interna incide, ovviamente, sugli affari delle attività produttive che si confrontano con un’utenza ridotta nel numero e nelle capacità di acquisto. Necessità, pertanto, di contenere i costi per evitare la chiusura. E’ in questo contesto che si inserisce l’intesa tra Federproprietà, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cicas, che si propone di conseguire l’adesione delle altre organizzazioni interessate e degli ordini professionali, questi ultimi sia quali espressioni dei potenziali conduttori di immobili non abitativi che quali motori di percorsi di riqualificazione urbana.L’intesa è stata ratificata questa mattina nella sede della Camera di Commercio di Catanzaro. Gli obiettivi piu’ importanti sono in primis quello di consentire un facile rientro delle attività produttive e studi professionali nel centro storico della città, adeguando pro tempore i canoni di locazione alla eccezionale situazione nella quale la città si trova, tentando di facilitare l’incontro tra domanda ed offerta immobiliare. Presente l’Amministrazione comunale rappresentata dall’assessore alle attività produttive, Alessio Sculco.
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