Marrelli, una morte che spezza il volo di un “visionario” che sapeva sognare
di Giuseppe Soluri
L’autentica tragedia registratasi nella notte tra sabato e domenica a Isola Capo Rizzuto, che ha portato alla morte di quattro persone, il medico-imprenditore Massimo Marrelli e tre operai del suo gruppo, ha lasciato tutti sgomenti.
Quattro vite spezzate da un evento imprevedibile e per certi versi assurdo. Quattro famiglie colpite da un dolore atroce, frutto di una tragica fatalità. Tutti e quattro i morti meritano il nostro rispetto ed il pianto di chi gli è stato sempre vicino. Ai familiari di tutti e quattro vanno dunque le nostre condoglianze sincere e sentite.
Qui vogliamo spendere qualche parola in più per la vittima più conosciuta, per Massimo Marrelli.
Non era una persona comune Massimo Marrelli; era invece una persona “speciale”. Uno di quei calabresi coraggiosi, che non si danno mai per vinti, che coltivano sogni e cercano di realizzarli, che lavorano per far crescere se stessi, le proprie attività ma anche il contesto in cui operano, le comunità all’interno delle quali si muovono. Massimo Marrelli, da medico, ha fatto nascere a Crotone strutture sanitarie all’avanguardia, le ha messe a disposizione di una comunità spesso alle prese con un servizio sanitario pubblico incapace di dare risposte rapide ed efficaci ai bisogni, quelli sì impellenti, di tanti malati, di tanti pazienti, prima costretti a lunghi e costosi viaggi della speranza.
Massimo Marrelli, anziché essere sostenuto ed aiutato in questa sua azione, è stato spesso osteggiato, boicottato, frenato, danneggiato, da chi forse, a livello istituzionale, aveva invece il dovere di dargli una mano.
Ma lui non si è mai dato per vinto; ha sempre combattuto, con forza, con determinazione, con la consapevolezza di essere nel giusto e di reclamare solo diritti: per sé, per le sue strutture, per le tante persone che hanno lavorato con lui, per la gente di Crotone e della Calabria. Era un vero guerriero, Massimo Marrelli; uno che stava sempre sul pezzo, che seguiva da vicino tutto anche nei minimi dettagli, un perfezionista, un lavoratore instancabile.
La sua morte, nella sua lacerante assurdità, scatta in qualche modo la “fotografia” del personaggio. Era lì a rimboccarsi le maniche, a faticare, a indirizzare i lavori: insieme ai suoi operai. Ed insieme a loro ha trovato, purtroppo, la morte. Crotone ha giustamente tributato, a lui ed ai tre operai morti, il necessario e sentito omaggio proclamando una giornata di lutto cittadino. Anche il Crotone ha giocato, domenica sera, con il lutto al braccio.
Massimo Marrelli è dunque, purtroppo, scomparso. Ma non scompariranno, a Crotone e in Calabria, le tracce del suo lavoro, del suo esempio, del suo coraggio. E sarà sempre viva la “corrispondenza d’amorosi sensi”, di foscoliana memoria, che ogni giorno e per sempre farà ricordare a tutti i suoi cari, a chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, a tutti i suoi concittadini, a tantissimi calabresi, questo “visionario” capace sempre, e nonostante tutto, di continuare a lottare e sognare.