Ancora tensione nella maggioranza dopo l’accusa del vicepremier Luigi Di Maio a ‘Porta a Porta’ sulla ‘manina’ che avrebbe modificato dopo il Cdm il decreto fiscale inserendo uno scudo anche per i capitali all’estero e allargando il tetto dei 100.000 euro ad ogni singola imposta. I pentastellati vanno all’attacco della misura e ipotizzano un nuovo Consiglio dei ministri che esamini nuovamente il testo ‘ripulito’ dalla norma incriminata. Ma arriva lo stop di Matteo Salvini: ”Il decreto resta. Non possiamo approvare un decreto e modificarlo il giorno dopo”. E ancora: ‘Non si può costruire di giorno e smontare di notte. Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni oppure scie chimiche. Cosa fatta capo ha. Io quando prendo impegni con Di Maio e i cittadini li mantengo”, dice Salvini a Bolzano. “Io quello che abbiamo discusso per ore ed ore in consiglio dei ministri l’ho trovato scritto”, ha aggiunto. “Lo sapevano tutti”. dice anche Massimo Garavaglia, sottosegretario all’Economia della Lega, a chi gli chiede chi fosse a conoscenza delle norme del decreto fiscale contestate da Luigi Di Maio. Intanto le opposizioni vanno all’attacco. ”Fatti gravi che stanno accadendo in queste ore. Chiederei che venga il presidente del Consiglio a spiegarci cosa ha approvato il Consiglio dei ministri e perché ora vorrebbero correggerlo; se viene il vicepremier Di Maio poi direbbe che non lo ha ancora letto o che è diverso”, dice il deputato del Pd Emanuele Fiano.