“Chi c’era prima di me al ministero dell’Interno, di ben altro colore politico, aveva già iniziato delle inchieste e sollevato dei dubbi e delle perplessità. Ci sono state evidentemente delle irregolarità, perché altrimenti noi non avremmo chiesto trentaquattro chiarimenti”. Il vicepremier Matteo Salvini, intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del programma ‘I Lunatici’, ha commentato la revoca dei domiciliari e il divieto di dimora a Riace al sindaco Mimmo Lucano. “Vogliamo solo che vengano rendicontate le spese effettuate – ha detto il ministro dell’Interno – visto che si tratta di denaro pubblico. Se poi un giudice dice che non può mettere piede nel proprio paese, evidentemente Lucano non è un eroe dei tempi moderni. O è stato distratto o non so che altro. Comunque, quando vado in Calabria la gente mi chiede più lavoro, non più immigrati”, ha concluso. “Al ministro Salvini vorrei dire che non mi sento certo un eroe e che, a differenza di lui, ho imparato a non denigrare mai nessuno”. Così il sindaco di Riace, Domenico Lucano, risponde al ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini. “Forse – continua – questo senso di lealtà è connaturato a noi calabresi, siamo ultimi ma anche orgogliosi di esserlo, come ha detto lui dicendo che siamo degli zero. Siamo abituati, la nostra è una terra che storicamente è sempre stata abituata a emergenze e precarietà, per questo sentiamo addosso certe sensazioni. Poi, sicuramente conosco la Calabria meglio di lui e la amo molto di più di lui, soprattutto l’ho amata quando per questioni di lavoro sono stato un emigrante e mi ricordavo la mia terra – come diceva mia mamma – come quella terra che è ultima, ma apriamo le porte. Non voglio fare campanilismo, ma lui non può comprendere certi risvolti e certe sfumature, non li potrà mai cogliere perché ha uno sguardo che lo porta a vedere tutto con un senso di denigrazione.”