1 maggio, Papasso: “Riflettere su lavoro che manca e precariato”
CASSANO ALLO IONIO. “Nella giornata in cui in tutto il mondo si ricordano le lotte operaie per il riscatto e la dignità del lavoro, voglio evitare di esercitarmi in retoriche e sorpassate discussioni sull’importanza del lavoro e sulla sua funzione sociale”. E’ quanto ha scritto il sindaco di Cassano allo Ionio nel suo messaggio per il primo maggio. “In questo tempo di crisi profonda, sul piano economico e occupazionale, il primo Maggio – aggiunge – deve essere visto come importante momento di riflessione a tutto campo sulle opportunità di lavoro che mancano, sul precariato e il lavoro nero, sui giovani ai quali viene negato pure il diritto di sognare di poter disegnare il loro futuro. Oggi, più che mai il lavoro è la vera “priorità” delle persone e della società, perchè senza lavoro nessuna Comunità ha un futuro. In questo primo Maggio 2015 il mio pensiero va alle donne, agli uomini e ai giovani di Cassano, costretti a sopportare l’avvilente precarietà del vivere quotidiano, per la spaventosa crisi economica in atto. Il Comune è il primo e ultimo avamposto istituzionale a cui il cittadino si rivolge e, molto spesso, al sindaco vengono assegnate competenze che vanno al di là delle sue effettive e legittime possibilità di intervento. Purtroppo, essere sindaco di questi tempi significa confrontarsi quotidianamente con lo sconforto di tanti padri di famiglia, donne e giovani alla disperata ricerca anche della più piccola opportunità di lavoro e non è certamente facile dover riconoscere l’impossibilità di soddisfare le loro sacrosante richieste”. “In questo primo Maggio 2015, però, l’augurio – prosegue Papasso – che sento di esprimere all’intera Città è quello di non lasciarsi sopraffare dalla disperazione o, peggio, dalla rassegnazione e di guardare avanti, aprendosi alla speranza del cambiamento, con il coraggio e l’innata combattività e fierezza che caratterizzano le donne e gli uomini di Cassano e dell’intera Calabria. Sono pienamente convinto che riusciremo a cambiare le cose e a costruire un mondo ove tante persone oneste, uomini, donne e giovani, riacquistino il pieno diritto di cittadinanza. Un mondo – ha concluso il sindaco Papasso – ove la persona sia effettivamente libera, poiché, come affermava il Presidente Pertini “non si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato, perché non sa come mantenere i suoi figli ed educarli”.