Gratteri: “La gente del Vibonese si fidi dello Stato”
VIBO VALENTIA. “Un ‘botta e risposta’ tra due famiglie che in precedenza facevano parte della stessa organizzazione. La risposta dello Stato è risultata immediata, e pertanto voglio ribadire: di cos’altro c’è bisogno per invitare i cittadini della provincia di Vibo a fidarsi delle forze dell’ordine?”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso della conferenza stampa sugli arresti relativi agli omicidi di Giuseppe Mesiano e Angelo Antonio Corigliano avvenuti a Mileto a distanza di circa un mese l’uno dall’altro. “La mia presenza oggi qui – ha aggiunto Gratteri – è per invitare la popolazione a fidarsi delle forze dell’ordine e della Dda in un territorio in cui ‘ndrangheta è molto potente. Ecco perché sono stati destinati sul territorio l’aggiunto Giovanni Bombardieri più tre sostituti e forze dell’ordine di qualità”. Dall’incontro con i giornalisti è emerso che l’omicidio di Mesiano, avvenuto il 17 luglio 2013, è maturato all’interno di contrasti con la famiglia Corigliano. A questo delitto ha fatto seguito la risposta dei Mesiano con l’uccisione del trentenne Angelo Antonio Corigliano, il 19 agosto dello stesso anno. I contrasti tra le parti erano dovuti sia al continuo sconfinamento del bestiame di Giuseppe Mesiano nei terreni di proprietà di Giuseppe Corigliano, sia al rifiuto opposto da uno dei figli di quest’ultimo, Angelo Antonio, poi ucciso, di mettere in atto un danneggiamento ai danni di un supermercato di proprietà di un loro parente che non aveva voluto sottostare alle richieste di Francesco Mesiano per la fornitura di pane proveniente dai loro forni. “È stata – hanno riferito ancora gli inquirenti – un’indagine sul campo con il riscontro delle dichiarazioni della pentita Oksana Verman e un’attività intercettiva. Inchiesta attualmente in evoluzione visto che sono state effettuate, contestualmente al blitz, anche delle perquisizioni”. Secondo quanto emerso, a seguito dell’uccisione di Giuseppe Mesiano, la sua famiglia avrebbe ottenuto prima dei carabinieri, i filmati relativi al delitto. A fornirle sarebbero stati Giuseppe Ventrice, titolare di una ditta dotata di impianto di videosorveglianza, e Gaetano Elia, tecnico installatore. I due, entrambi indagati, avrebbero fornito le registrazioni delle immagini dei responsabili dell’omicidio di Mesiano. Quando i carabinieri si recarono da loro per acquisire il supporto non trovarono nulla.